Violenza contro le donne, quando il fattore tempo è decisivo per prevenire i femminicidi

10/03/2024
Un momento dell'incontro
Un momento dell'incontro
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E’ il fattore tempo che può fare la differenza e risultare determinante per evitare che un caso di violenza di genere possa trasformarsi in femminicidio, tempestività da parte di una donna nel decidere “cosa” fare quando viene minacciata, oppure quali scelte assumere nell’immediato per sottrarsi a conseguenze più gravi, magari andando subito via da casa se ha la possibilità di essere ospitata da amici o famigliari. E’ il tempo richiamato da Cristina Cambi, magistrata che da sette mesi svolge le funzioni di procuratrice della repubblica reggente a Rieti, affinchè le donne mettano in pratica ogni possibile strumento di prevenzione a loro disposizione, prima ancora che intervenga l’autorità giudiziaria che, a volte, come registrano le cronache, arriva troppo tardi proprio a causa delle incertezze iniziali da parte delle vittime. Concetti espressi nel convegno organizzato a Poggio Mirteto dal Cenacolo Forense Sabino (uno dei più partecipati di sempre ideati dall’associazione presieduta dall’avvocato Giuseppe Romito) nella sala Elpidio Benedetti alla presenza della prefetta di Rieti Pinuccia Niglio, sul tema del Codice rosso, evento coinciso con la giornata dedicata alla Festa della donna, parlando davanti ad avvocati, ma anche a rappresentanti delle forze dell’ordine che ormai lavorano quotidianamente, fianco a fianco con i magistrati, per arginare il crescente fenomeno della violenza di genere.

Casi in aumento

La Cambi, affiancata da altre relatrici che hanno contribuito a formare un tavolo tutto femminile coordinato negli interventi dall’avvocata Lucia Pace, è andata oltre l’interpretazione e l’elencazione degli articoli che compongono la legge approvata nel 2019, e affinata nel 2023 con l’introduzione di misure più stringenti contro persecutori e soggetti violenti, affermando che “in certe situazioni è fondamentale capire subito se devi affrontare un caso che richiede l’adozione di misure cautelari immediate a tutela di chi denuncia, perché a volte le vittime sottovalutano la gravità delle minacce non riuscendo a distinguere quali intenzioni possono nascondersi tra il detto e non detto. Semmai la difficoltà consiste nel capire chi hai di fronte, a volte sono donne che si vergognano e cercano di minimizzare, altre invece cercano solo una via più rapida per liberarsi del compagno. Un’urgenza che ha creato una nuova sensibilità nelle valutazioni che devono fare le forze dell’ordine e magistrati  di fronte a episodi di violenza di genere, che nella provincia reatina sono in costante aumento dal 2019, fino a tutto il 2023. Il dato, se rapportato a livello nazionale, dà la misura di quanto il fenomeno sia in crescita, con episodi che avvengono sempre più gravi”.

“L’evoluzione normativa, frutto della legge sul codice rosso, oggi consente di valutare meglio i diversi casi di violenza di genere. Il fattore tempo prima non era compatibile con l’urgenza e l’emergenza, per questo il legislatore ha voluto riparare per stigmatizzare i ritardi, fornendo al pubblico ministero gli strumenti per intervenire subito”. E sempre all’insegna del tempo è l’invito rivolto dalla Cambi alle donne: “Ci sono donne che accettano di andare a incontri chiarificatori, che poi sfociano in femminicidi, che fanno magari rientrare in casa compagni condannati perché ci sono i figli oppure non ce la fanno a chiudere una relazione. Le vittime, invece, devono decidere presto cosa fare, non devono tergiversare, perché gli autori delle violenze sono soggetti disturbati e ogni ritardo può rivelarsi fatale”.

Tribunale della famiglia

La procuratrice reggente ha parlato anche sulla base dell’esperienza maturata negli anni trascorsi al tribunale della Famiglia, a Roma, dove spesso si è trovata a occuparsi di casi riguardanti violenze domestiche, già presi in esame dai giudici penali, che magari si sono conclusi con sentenze di assoluzione mentre nel civile erano stati già adottati provvedimenti cautelari. E’ un aspetto della violenza tra le mura domestiche dove possono verificarsi anche tentativi di strumentalizzazione degli episodi da parte di uno dei protagonisti per ottenere subito provvedimenti a proprio favore, mentre la giustizia penale ha tempi più lunghi, “ma non accade in un tribunale come quello di Rieti, dove gli interventi sono veloci, mentre a Roma, ad esempio, proprio per prevenire ritardi, è stata introdotta una corsia preferenziale per cercare di far coincidere i tempi delle decisioni”.