Violenza sulle donne e il ruolo della scuola per contrastarla: "Le leggi, da sole, non bastano"

24/11/2023
Il monologo dell'attrice Desireè Proietti Lupi, sullo sfondo
Il monologo dell'attrice Desireè Proietti Lupi, sullo sfondo
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La lotta per combattere la violenza sulle donne non può fare a meno della scuola, luogo dove è importante far crescere la cultura del rispetto e della legalità. Un concetto espresso e sottolineato nel convegno organizzato in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, nella sede della Provincia dal Comitato Pari Opportunità, in collaborazione con la Scuola Forense, dove una platea composta dagli studenti di alcune classi del liceo Scientifico Carlo Jucci ha potuto ascoltare gli interventi di esperti, avvocati e dirigenti della Polizia Postale e della squadra Mobile che, ogni giorno, ricevono denunce e segnalazioni sugli abusi di genere. Tema diventato ancor più drammaticamente di attualità dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, la giovane studentessa universitaria assurta a simbolo di un fenomeno che sta facendo registrare una crescita preoccupante.

Un appuntamento che la presidente del Cpo, Alessia Mostocotto, ha costruito con impegno, puntando a coinvolgere il liceo Jucci per veicolare il messaggio di “Basta con la violenza” alle generazioni giovani. “Abbiamo inteso lanciare con questo incontro un altro piccolo seme per stimolare la riflessione tra i ragazzi, perché è nella scuola che deve germogliare il rispetto verso la donna” ha detto l’avvocata, ringraziando la dirigenza scolastica per la sensibilità con cui ha accolto e sostenuto l’iniziativa", arricchita da un monologo dell’attrice Desirèe Proietti Lupi sulla condizione di “donna tradita e umiliata”, che l’ha portata a concludere con amarezza: “Meglio morta, che un’altra domenica così”.

La legge

Attenzione concentrata poi sulla legislazione in materia di violenza di genere che ha portato all’approvazione della legge Roccella, un passo ulteriore in avanti per inasprire gli interventi contro gli uomini violenti. “Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha rappresentato un fatto di cronaca che ha scardinato le nostre certezze di operatori del diritto, convinti che una legge possa rappresentare un ombrello di protezione, ma così non è – ha sottolineato l’avvocato Attilio Ferri, presidente del Consiglio dell’ordine -. Arrivare a una soluzione sarebbe stato fin troppo semplice. E allora mi rivolgo ai giovani e alla loro capacità di assorbimento del messaggio che la donna è un essere autonomo e non può essere soggiogata”.

Scuola fondamentale, alla quale si è idealmente rivolta l’avvocata Maria Masi, già presidente del Consiglio Nazionale Forense: “E’ importante che i ragazzi acquisiscano consapevolezza del fatto che la donna va rispettata, perché i dati sulle violenze sono preoccupanti e quindi bisogna affrontare il problema alla radice, e proprio dalla scuola deve partire il cambiamento. Ora c’è una nuova legge, ma non entro nel merito, dico solo che l’aula del Senato era semi vuota quando è stata approvata. Ecco, l’esempio devono darlo i politici, con meno parole e più fatti concreti”.  Legislazione frenetica, l’ha definita l’avvocato Cristian Baiocchi, direttore della Scuola Forense, “che denota un cambiamento rispetto ai retaggi del passato quando, ancora nel 1980, contemplavano nel codice penale il delitto d’onore, sebbene i fatti di cronaca ci insegnano che, purtroppo, c’è molta strada da percorrere”.