Separazioni consensuali, a Rieti primato in tribunale: sono sufficienti due settimane per dirsi addio

25/12/2022
L'entrata del tribunale
L'entrata del tribunale
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Due settimane per separarsi consensualmente, un segnale positivo in controtendenza rispetto alla proverbiale, e ancora lontana dall’essere sconfitta, lentezza della giustizia. E’ il dato che emerge dall’attività del tribunale di Rieti dove, rispetto al numero di separazioni in leggero aumento nel 2022, due coniugi che decidono di andare ognuno per la propria strada, possono farlo senza affrontare tempi lunghi di attesa se rinunciano all’udienza che prevede la loro comparizione per l’obbligatorio tentativo di conciliazione da parte del giudice. La durata della causa, così, non supera in media venti giorni, ma a volte il provvedimento del tribunale che sancisce la fine legale del matrimonio può arrivare anche in due settimane o, come accaduto in un caso recente, anche in tredici giorni. Un record, almeno nel Lazio (a Roma, la prima udienza di una separazione consensuale può essere fissata dal giudice anche a distanza di oltre un anno) scorrendo i dati di altri tribunali della regione, risultato della stretta collaborazione che si è instaurata tra il presidente del tribunale e la procura che deve vistare il provvedimento.

Procedura snellita

 “Siamo riusciti ad organizzarci con la mia segreteria per fissare rapidamente le udienze con gli avvocati, riducendo notevolmente i tempi precedenti troppo lunghi accumulati dalle notifiche - spiega Pierfrancesco de Angeliscon fascicoli che impiegavano una settimana per scendere dal secondo al primo piano, dove c’è la procura, e dieci giorni per risalire. Adesso è il pubblico ministero che invece sale direttamente ed esprime il parere. Aggiungo: stiamo lavorando per migliorare alcuni passaggi telematici utilizzando il sistema della procura in accordo con il capo dell’ufficio, e questo potrà ridurre ancora l’attesa per definire una separazione consensuale”. La conferma arriva dagli avvocati: “Quando si è cominciata a diffondere la notizia della rapidità del nostro tribunale nel definire certi procedimenti, molti colleghi di altri fori laziali ci hanno contattato perché altrove i tempi sono invece più lunghi. A Roma, ad esempio, la fissazione di una prima udienza di separazione può superare un anno di attesa” sottolinea l’avvocata e mediatrice familiare Arianna Del Re.

Procede, invece, tra alti e bassi l’azione di abbattimento delle cause arretrate in campo civile e penale rispetto agli obiettivi prefissati dal ministero della Giustizia per ottenere i fondi europei del Pnrr. Al tribunale di Rieti erano stati assegnati (sulla carta) 14 funzionari assunti a tempo determinato, ma ne sono arrivati solo otto, che a dicembre sono diventati sei perché due sono in congedo per maternità. Insomma, meno della metà della forza lavoro prevista, che va a riflettersi in modo negativo sulla riduzione del pregresso. A ciò, occorre aggiungere che l’80 per cento del personale assunto svolge in prevalenza funzioni amministrative, mentre solo il restante venti per cento è di ausilio ai giudici. Nel civile non c’è stato un grosso miglioramento rispetto alle attese: i dati, al 30 novembre, indicano una riduzione da 500 a 258 del numero delle cause pendenti ultratriennali, mentre nel penale, dove i procedimenti pendenti sono oltre mille, per quanto riguarda l’ufficio del Gip si registra una riduzione dei fascicoli per quanto riguarda l’emissione dei decreti di condanna penale o di archiviazione.

In relazione ai processi, sono diminuiti quelli pendenti davanti al giudice monocratico e, sensibilmente, anche quelli di competenza del collegio, conseguenza delle minori iscrizioni in procura. Un bilancio che, comunque, il presidente del tribunale ritiene positivo nonostante da due anni sia alle prese con le continue partenze di giudici tra quelli arrivati nel 2018, in quanto vincitori di concorsi in altri organismi, come il Tar o la Corte dei Conti, che impongono la necessità di ridistribuire il lavoro in attesa dell’arrivo dei sostituti. E sarà così anche nel 2023 perché è prevista la partenza di altre due toghe nel civile, in una sorta di porte girevoli che a piazza Bachelet non ha mai registrato in passato una frequenza così alta. E per una piccola realtà come Rieti, una sola assenza può incidere in modo negativo sulla macchina giudiziaria.