Pietro Carotti e le nozze d'oro con la toga, il foro festeggia il padre della legge sul Giudice unico

17/12/2022
L'intervento di Carotti
L'intervento di Carotti
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A Rieti parlare di “penale” equivale a evocare la figura di Pietro Carotti, l’avvocato protagonista di tanti processi, che ha tagliato il mezzo secolo di attività, festeggiato con la Toga d’oro ricevuta in tribunale dal Consiglio dell’ordine. Un’aula Caperna affollata come poche altre volte da colleghi e operatori del mondo giudiziario, ha fatto da scenario alla cerimonia che ha festeggiato quello che il presidente dell’Ordine, Attilio Ferri, ha definito “il penalista per antonomasia, maestro di tanti giovani che seguendo il suo esempio e il suo insegnamento, hanno intrapreso il cammino nella professione”.  E alcuni degli allievi cresciuti nello storico studio legale di via Potenziani (da Antonella Aguzzi a Morena Fabi, da Cinzia Casciani a Cecilia Pariboni, ad Andrea Santarelli) non sono mancati nel giorno in cui la loro guida ha ritirato, non senza tradire una leggera emozione pronunciando un breve ringraziamento, il riconoscimento più importante nella carriera di una toga che ha ritirato proprio nell’aula che l’ha visto protagonista di tanti processi.

Deputato con l'Ulivo

Avvocato penalista, ma anche parlamentare (porta il suo nome la legge che introdusse nel 1999 la riforma del codice di procedura penale nota come “Giudice unico” e oggetto delle tesi di laurea da parte di molti stuidenti di Giurisprudenza) per l’Ulivo di Prodi dal 1996 al 2001, componente delle commissioni Giustizia alla Camera e bicamerale sul terrorismo, autore di libri che hanno richiamato a Rieti ministri e sottosegretari, in grado di far istituire a Poggio Mirteto una sezione distaccata del tribunale al posto della Pretura che era stata soppressa, e di rispolverare il progetto accantonato negli anni 80 sul nuovo carcere di Rieti (realizzato poi a Vazia, in un’unità di impegno che coinvolse anche il centro destra), Pietro Carotti ha vissuto, però, una stagione politica troppo breve, ma che sarà ricordata come un’esperienza tesa a perseguire obiettivi di crescita e non a inseguire clientelismi elettorali.

Difensore di molti politici eccellenti inquisiti negli anni 90, quelli coinvolti nelle inchieste della tangentopoli reatina, condotte dalla procura contro la corruzione, riuscì a ottenere molte assoluzioni che alla vigilia sembravano difficili da strappare. Ma senza mai eccedere nei trionfalismi, tanto che ogni volta, di fronte a una vittoria in aula, il suo commento era sempre lo stesso: “I sospetti non sono prove e spesso si confondono, mentre l’accertamento deve risultare reale e rigoroso. Non si possono perseguire reati sulla base di sfumature di illegittimità, a meno che non si provi l’esistenza di accordi criminosi”.

Primo presidente della Scuola Forense Sabina, fondata nel 2001, oggi Pietro Carotti continua nel suo lavoro costituendo un preciso punto di riferimento per i tre figli (Italo, Nicoletta e Filippo) che ne hanno seguito le orme e rappresentano la quarta generazione in attività, insieme a Paola Carotti, anche lei figlia d’arte, con il padre Giuliano che la Toga d’oro l’ha ricevuta nel 2021.