Il Csm dà il via libera al trasferimento di Morabito, organico toghe in affanno

18/04/2024
L'aula delle cause civili in tribunale
L'aula delle cause civili in tribunale
Printer Friendly, PDF & Email

Via libera dal plenum del Csm al trasferimento, da Rieti a Roma, del giudice Gianluca Morabito, proposto dalla terza commissione. Una partenza non prevista, anche se era nota l’intenzione del magistrato di riunirsi alla sua famiglia, destinata ad aggravare l’emergenza toghe che dal 2023 si è riaffacciata in tribunale con il passaggio al Tar del Lazio, e poi al Consiglio di Stato, del giudice del lavoro Rosario Carrano, posto che non ha ancora trovato una stabilizzazione visto che anche l’attuale titolare, Francesca Sbarra, dopo un breve gestione della collega Giorgia Bova, ha vinto il concorso al Tar e a giugno lascerà Rieti. A questa situazione, vanno poi ad aggiungersi i congedi per maternità di altre due giudici che non rientreranno prima del 2025, il trasferimento a Roma del presidente Pierfrancesco de Angelis proposto dalla quinta commissione del Csm a dirigere la sezione Gip di piazzale Clodio, e la possibile partenza, entro l’anno, di un magistrato del settore penale. In totale, dopo la pausa estiva, mancheranno sei, o forse sette giudici, assenze che avevano portato il presidente a firmare una modifica tabellare per rassegnare i ruoli ai magistrati in servizio.

Adesso, con la novità Morabito, se la partenza non sarà ritardata, il dottor de Angelis dovrà nuovamente provvedere a ripartire il lavoro tra i giudici togati “superstiti” e i Got.  Morabito, 50 anni, romano, era arrivato a Rieti nel 2016 proveniente dal tribunale di Prato e sembrava destinato a svolgere il ruolo di reggente al posto di de Angelis quando l’ufficio sarebbe rimasto vacante, ma il presidente, di fronte all’emergenza, ha deciso di ricoprire anche le funzioni di giudice delle indagini preliminari sostituendo la gip titolare in congedo. Una situazione di crisi che sta facendo registrare effetti negativi nel settore civile, con l’inevitabile allungamento dei tempi per la definizione delle cause dovuti a nuove assegnazioni e conseguenti rinvii, contro la quale la speranza è di ottenere l’applicazione di due giudici distrettuali, da tempo richiesti dalla presidenza al ministero.