Gli avvocati vanno alle urne per eleggere il nuovo Consiglio dell'Ordine: resterà in carica fino al 2026

09/12/2022
In fila al seggio
In fila al seggio
Printer Friendly, PDF & Email

Appuntamento elettorale per il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Rieti, che dal 25 al 27 gennaio 2023 chiamerà gli iscritti alle urne per rinnovare il direttivo giunto alla scadenza del mandato quadriennale. I componenti da eleggere, calcolati sulla base del numero degli iscritti all’albo (425) sono nove, e si annunciano volti nuovi in lizza che aspirano a conquistare un posto nel consiglio che resterà in carica dal 2023 al 2026. Si tratta di un appuntamento elettorale che coincide con un momento in cui l’avvocatura sta pagando gli effetti negativi sull’attività provocati dalla pandemia, e un evidente calo del contenzioso soprattutto in campo civile.

"Insieme per l'avvocatura"

La prima lista presentata “Insieme per l’avvocatura” è quella che fa riferimento al presidente uscente Attilio Ferri, della quale fanno parte tre esordienti: c’è Vincenzo Di Fazio, in passato assessore comunale allo Sport in quota Pd, che tenta una nuova esperienza, seguito da Morena Fabi, avvocata molto attiva come presidente della Camera penale reatina da dove, in caso di elezione, potrebbe decidere di dimettersi per dedicarsi nel nuovo impegno, quindi Simona Pettine. Gli altri due candidati della lista sono Italo Carotti, consigliere uscente che ha svolto le funzioni di tesoriere, con il non facile compito di far quadrare il bilancio del Consiglio in un momento di particolare difficoltà per la categoria causato dai minori introiti derivati dalla cancellazioni di diversi colleghi per varie ragioni, riuscito comunque a far approvare il documento contabile dall’ultima assemblea degli iscritti, e l’avvocato Luca Chiattelli, già componente del consiglio durante la presidenza di Luca Conti. Non saranno della partita la segretaria Chiara Mestichelli, attuale vice sindaca e assessora allo Sport, per la quale è scattata la tagliola dei due mandati consecutivi, come anche per Domenico Orsini e Marco Arcangeli. Un altro componente del direttivo, Alberto Branzanti, subentrato in consiglio al posto del dimissionario Alessandro de Sanctis, a sua volta succeduto a Carla Amadei eletta nel 2019, non ha ancora ufficializzato la propria decisione se candidarsi nuovamente oppure no.

Lista alternativa

Nel foro si sta poi lavorando per comporre una lista da contrapporre a quella di “Insieme per l’avvocatura”, e le pressioni sono tutte rivolte verso i componenti uscenti di minoranza Anna Maria Barbante (una lunga esperienza maturata nel corso degli anni, anche come presidente, e poi componente della Cassa Forense nazionale) ed Eusebio Graziosi, che si sono particolarmente impegnati nel corso del mandato in scadenza. Accanto alle liste, potrebbero presentarsi ai nastri di partenza anche singoli avvocati, come ha già fatto Maria Stella Diociaiuti annunciando ufficialmente la propria intenzione. Hanno scelto, invece, di non schierarsi gli iscritti del Cenacolo Forense Sabino, l’associazione guidata da Giuseppe Romito, che non presenterà alcun candidato preferendo così mantenere una posizione autonoma rispetto alla competizione.

I problemi

Il futuro direttivo dovrà affrontare diverse questioni, prima fra tutte quella della permanenza nel Consorzio della Sabina Universitas, dal quale il Consiglio ha chiesto di uscire dal 2015 perché sono venute meno le condizioni (mancata istituzione di corsi di laurea giuridici) che portarono nel 2001 a sancire l’ingresso degli avvocati tra i soci. L’Ordine forense versa otto mila euro l’anno nella casse dell’ente “per non ricevere alcun vantaggio” viene sottolineato dall’avvocatura. A maggio 2023 ci sarà una nuova udienza davanti al Tribunale delle Imprese di Roma dopo la decisione del Consiglio di citare la Sabina Universitas che non delibera sulla richiesta di uscire degli avvocati, ma i legali delle due parti stanno lavorando per arrivare a una soluzione transattiva, così come sollecitato dal giudice, ma resta da capire in quali termini e a quali condizioni.

Poi, non secondaria, c'è la realizzazione della cittadella giudiziaria a piazza Bachelet. Incassati tutti i pareri favorevoli (Comune di Rieti, magistrati, Ministero della giustizia, Commissario al sisma Legnini) per trasferire nella scuola Minervini altri uffici, come il Giudice di pace e la Procura, liberando spazi preziosi nel palazzo principale, ora gli avvocati devono fare i conti con il brusco rallentamento del progetto di costruire il nuovo istituto scolastico, previsto dall’ex giunta Cicchetti nell’area del Perseo. Al Consiglio non interessa quale sarà l’area a ospitare la Minervini, ma di potenziare il tribunale per bloccare eventuali piani di ridimensionamento del presidio, sempre in agguato quando si parla di revisione della geografia giudiziaria.