Giovanni Maria Flick: la Costituzione va adeguata, non modificata per formare maggioranze

16/05/2024
Un momento dell'incontro a San Giorgio
Un momento dell'incontro a San Giorgio
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Una conversazione sulla Costituzione condotta davanti a una platea di studenti, non una lezione come ci si sarebbe potuti attendere da Giovanni Maria Flick, fine giurista, che nel corso della sua vita professionale è stato anche magistrato, poi avvocato, ministro della Giustizia nel primo governo Prodi e, infine, presidente della Consulta. A Rieti è tornato dopo esserci già stato negli anni 90, quando difese l’ex Snia Viscosa finita sotto processo per le emissioni inquinanti prodotte dallo stabilimento di viale Maraini, una causa che ebbe un’ampia risonanza. Assunse la difesa dei dirigenti insieme all’avvocato reatino Antonio Belloni, con cui è poi nato un rapporto di amicizia, che lo ha accolto nell’ex chiesa di San Giorgio, nel quartiere San Francesco, per l’incontro con 84 studenti dell’istituto Elena Principessa di Napoli e del liceo Classico Varrone, accompagnati dai rispettivi docenti, organizzato dalla Diocesi e dall’ufficio diocesano del Lavoro, accolto dal vescovo Vito Piccinonna e dal direttore don Valerio Shango, oltre al presidente del tribunale Pierfrancesco de Angelis che nello studio dell’avvocato Flick, non più giudice, svolse la pratica legale che lo portò a superare il concorso in magistratura.

E’ stata una conversazione, e non una lezione, ha voluto precisare il presidente emerito, coinvolgendo la sala in un’ampia riflessione sulla formazione dell’Europa negli anni successivi alla nascita della Costituzione italiana che “è una buona Costituzione, che resiste ai mutamenti del tempo e va adeguata, ma le modifiche non possono riguardare le esigenze della politica, su cui non intendo pronunciarmi, che non riesce a formare maggioranze. L’hanno firmato tre figure che hanno unito le ideologie liberale, cattolica e comunista, portandoci fuori dalla guerra, ed è stato il tessuto sul quale si è formata l’Italia”, ha sottolineato con forza. Il professore ha anche lanciato l’allarme sulle emergenze attuali: clima e transizione tecnologica. “Abbiamo sfruttato la natura oltre ogni limite, ora cresce l’allarme per i cambiamenti climatici e c’è la necessità di tornare a godere delle risorse naturali“ ha detto, sottolineando che la Costituzione “ha deciso di affiancare il concetto di paesaggio all’ambiente, riconoscendogli più tutele”. Poi, i timori per un mondo dell’informazione “diventato una biblioteca di Babele, dove finiscono masse sterminate di notizie e dati utilizzati da piattaforme e social. E’ una manipolazione che forma una scatola nera e che riguarda anche l’intelligenza artificiale in ambito giustizia. Stiamo consegnando alle macchine le nostre  vite”, ha concluso, invitando gli studenti di “guardare al passato, che deve essere l’esperienza che ti aiuta a capire quali errori non ripetere”.