Dai fondi neri del Sisde al processo per l'omicidio di Passo Corese, Taormina torna a Rieti

01/12/2022
Il penalista in aula
Il penalista in aula
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Non è nuovo al tribunale di Rieti, ma la presenza del professor Carlo Taormina suscita sempre interesse tra avvocati, personale e pubblico. La sua figura e il suo volto, del resto, sono noti ai reatini che hanno imparato a conoscerlo sin dagli anni 90 quando esplose lo scandalo dei fondi neri del Sisde, vicenda in cui curò la difesa dell’ex 007 reatino Maurizio Broccoletti, ma è stato protagonista di molti altri importanti processi legati a casi di cronaca nazionali, tra i quali basterà ricordare, su tutti, quello di Cogne, in cui fu il primo difensore di Anna Maria Franzoni, condannata in via definitiva per l'omicidio del figlio Samuele.

Il penalista, che nel corso della sua carriera ha rivestito anche incarichi politici, a piazza Bachelet difese, nel 2001, un agricoltore di Passo Corese, imputato per l’omicidio di un geometra che accusava di violare i confini del suo terreno. Quella volta Taormina riuscì a contenere in 15 anni la condanna inflitta dal giudice dell’udienza preliminare, Stefano Venturini.

Questa volta, il procedimento che si celebra davanti al giudice monocratico Massimiliano Auriemma, lo vede in veste di difensore insieme all’avvocata Sharon Bonifazi, di un poliziotto sabino, in servizio a Roma, imputato di lesioni, ma al tempo stesso parte civile nei confronti di un altro imputato, accusato dello stesso reato, Storia che affonda le radici da una precedente inchiesta della procura condotta su episodi di stalking, con protagonisti gli stessi imputati, seppur con ruoli diversi, poi archiviata. L'udienza è stata dedicata all’ammissione delle prove, allo svolgimento di altri atti istruttori e alla compilazione della lista dei testimoni, poi il rinvio al 2023 e, prima di lasciare il tribunale, il penalista ha brevemente salutato alcuni colleghi reatini.