Cittadella giudiziaria a piazza Bachelet, il via libera del Commissario al Sisma accelera il progetto

06/01/2022
La Minervini in primo piano, sullo sfondo il tribunale
La Minervini in primo piano, sullo sfondo il tribunale
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Nuovo, importante, passo in avanti verso la realizzazione della cittadella giudiziaria a piazza Bachelet. A imprimere fiducia, anche se i tempi non si prevedono brevi, è stata l’ordinanza firmata dal commissario al Sisma per il centro Italia, Giovanni Legnini, con la quale viene dato il via libera alla realizzazione di due nuove scuole a Rieti rimodulando i fondi stanziati per la ricostruzione nel cratere colpito dal terremoto, provvedimento che coinvolge direttamente l’istituto primario elementare Minervini dove, una volta edificato il nuovo edificio nell’area di viale Matteucci, prospiciente il Perseo, sarà ampliato lo spazio per gli uffici giudiziari del Palazzo di giustizia, con l’aggiunta di altri a quelli attualmente presenti.

Un progetto lungamente accarezzato quello della cittadella, che non poche diffidenze e scetticismi ha dovuto superare nelle fasi iniziali (la mancata costruzione nel 1991 del nuovo tribunale nell’area dell’ex Zuccherificio, con progetto approvato dal ministero e 30 miliardi di lire già stanziati dal gruppo Iri, resta impressa nella memoria storica della città come uno dei fallimenti più clamorosi) sembra ora aver imboccato una strada decisamente favorevole con l’ordinanza di Legnini, arrivata dopo che il consiglio comunale ha approvato lo scorso anno il piano per costruire i due plessi scolastici (oltre alla Minervini è prevista l’edificazione della nuova Sacchetti Sassetti) grazie al sostegno offerto dall’ex vice presidente del Csm.

Le reazioni

Positivo il commento del presidente del tribunale Pierfrancesco de Angelis, che ha appena inaugurato il suo quarto anno di direzione: ”E’ una delle poche occasioni dove non ci sono problemi economici perché si tratta di riadattare l’edificio alle nuove esigenze. Il ministero della Giustizia ha già espresso un parere favorevole dopo la visita compiuta nelle scorse settimane dal direttore generale Massimo Orlando, venuto a Rieti per rendersi conto personalmente della situazione. Non c’è ancora uno studio di suddivisione sull’impiego degli spazi, ma quasi certamente la scuola ospiterà la procura della repubblica, liberando l’intero primo piano destinandolo al tribunale, la sede dell’ufficio Unep e, forse, anche quello del Giudice di pace, così da realizzare il progetto della cittadella sul quale si è registrata una convergenza generale”.

La decisione soddisfa in pieno le attese degli avvocati, i primi che potranno beneficiare di una realtà giudiziaria che concentrerà in un unico spazio diversi uffici, adesso collocati altrove, come il Giudice di pace e la sede degli ufficiali giudiziari. Ad aprile 2021 il Consiglio dell’ordine aveva espresso il massimo appoggio al progetto del Comune, come ricorda il presidente Attilio Ferri:C’è da sottolineare, innanzi tutto, che poter avere a disposizione strutture giudiziarie adeguate, rende il presidio del nostro tribunale meno esposto al rischio di eventuali accorpamenti. In termini di funzionalità, l’ex Minervini consentirà al Consiglio dell’ordine di poter usufruire di locali più ampi per svolgere la propria attività. D’altronde, il tribunale è una struttura degli anni ‘60 afflitta da carenze che l’emergenza sanitaria ha messo ancora più in risalto, come dimostra la necessità di dover celebrare alcuni processi più affollati nell’aula consiliare della Provincia, che ha recepito l’esigenza sollevata dal tribunale, perché quelle attuali a disposizione sono insufficienti."

"E anche lo spettro di accorpamenti e chiusure, che ciclicamente si affacciano sulla nostra realtà giudiziaria, potrebbe essere in questo modo definitivamente allontanato perché la creazione della cittadella giudiziaria renderebbe il nostro presidio più lontano dal rischio di un accorpamento, che al momento non sembra comunque sussistere. E il fatto che negli ultimi tempi – aggiunge l’avvocato Ferri - ci siano state delle proposte tese alla delocalizzazione anziché all’accentramento delle sedi giudiziarie dimostra come si stia cominciando a capire che la giustizia di prossimità non solo funziona, ma soprattutto è necessaria. Noi faremo tutto il possibile affinché il progetto della cittadella veda la luce, perché ciò consentirebbe anche di dislocare la Procura in maniera autonoma rispetto al tribunale e agli uffici giudiziari, rispecchiando così, almeno logisticamente, la divisione delle funzioni che l’Ordine auspica