Cittadella giudiziaria, l'intesa tra il Tribunale e il Comune per ampliare gli uffici in piazza Bachelet

02/03/2024
L'entrata in via Borsellino
L'entrata in via Borsellino
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Il piano per potenziare gli uffici del Tribunale e creare una “cittadella giudiziaria” nella quale concentrare tutte le attività, favorendo il riavvicinamento del Giudice di pace, dell'Unep e di dotare il Consiglio dell’ordine degli avvocati di una sede ampia da utilizzare anche per le assemblee, si è arricchito della proposta del Comune di costruire un’altra ala all’interno di piazza Bachelet da aggiungere all’attuale edificio. L’ipotesi alternativa all’utilizzo della scuola Minervini, attorno alla quale si era registrata una convergenza unanime da parte degli organi interessati (Ministero della Giustizia, Comune, Commissario al Sisma, Ordine degli avvocati), che si renderà libera quando il nuovo edificio sarà ricostruito nell’area del Perseo grazie ai fondi stanziati per le aree colpite dal terremoto del 2016 e a un progetto dell’amministrazione comunale che ha iniziato la sua fase esecutiva, è stata discussa in tribunale in un incontro tra il presidente Pierfrancesco de Angelis, la procuratrice della repubblica reggente Cristina Cambi e il sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi, tutti d’accordo nel potenziare la struttura che potrebbe favorire il trasferimento a Rieti di altri uffici.

Spiega il presidente de Angelis: “L’orientamento del ministero della Giustizia inizialmente era favorevole alla soluzione Minervini, sostenuta da tutte le parti interessate, ma adesso c’è la possibilità, prospettata dal Comune, di costruire una nuova ala ampliando l’attuale palazzo invece di occupare la scuola quando sarà libera. Disponendo di maggiori spazi si può pensare a istituire una sede distaccata del tribunale della Famiglia, che ha la sede distrettuale a Roma, a trasferire l’ufficio del Giudice di pace e a dotare gli avvocati di locali idonei. Ma, ripeto, è solo un’ipotesi e non sappiamo alla fine quale soluzione sarà scelta, ma è certo che l’ampliamento si farà, c’è la volontà di farlo”.

Comune favorevole

Ampliamento condiviso dal sindaco Sinibaldi, che ha ricevuto dal ministero anche l’assicurazione che il tribunale non corre pericoli di chiusura o di ridimensionamento (e questa è senza dubbio una buona notizia per l’avvocatura reatina), come ciclicamente da più parti viene rilanciato in maniera quasi masochistica, consapevole dell’importanza che potrà avere in futuro una sede giudiziaria rafforzata, magari in vista della riforma del Tribunale dei minori “che potrebbe significare per Rieti l’istituzione di una sede distaccata” ha affermato. Allargamento che non esclude del tutto l’utilizzo della Minervini, ma in termini di costi viene ritenuto più conveniente costruire una nuova ala di un piano in altezza (non di quattro, come il palazzo attuale), mentre sarebbe più complesso e oneroso adeguare edifici come la scuola realizzata nel secolo scorso, quando le normative antisismiche erano meno rigide di quelle attuali.  

I lavori negli anni 90

La carenza di spazi del tribunale, del resto, è conosciuta da anni, ma non è mai stata affrontata in modo deciso. Negli anni 90, dopo l’entrata in vigore della riforma del codice Rocco, si presentò la necessità di reperire nuovi uffici e così, con il parere favorevole della commissione Urbanistica del Comune e del presidente del tribunale Giovanbattista Pucci, si decise di colmare lo spazio vuoto esistente sul lato di via Falcone, affidando la realizzazione dei lavori all’impresa Ica dei fratelli Antonicoli che aveva già effettuato interventi in altre strutture giudiziarie. Una preziosa boccata di ossigeno, che consentì di organizzare al meglio i nuovi uffici.

Giudici (senza) pace

Mai definitivamente risolto, invece, è stato il problema di dotare il Giudice di pace di una sede definitiva. Le traversie di questo ufficio si perdono nel tempo, i traslochi sono stati diversi, e anche tribolati, come quando ufficiali giudiziari e giudici onorari dovevano condividere la (scomoda) sede in via delle Ortensie (priva anche di un ascensore per disabili), sfociata in un contenzioso civile con il proprietario dei locali. Poi, lo spostamento in via dei Salici, soluzione durata una manciata di anni prima del nuovo trasferimento, questa volta nel Palazzo degli uffici finanziari, struttura di proprietà del Demanio dove almeno il ministero non deve pagare l’affitto. Ma i disagi restano ed ecco perché se il Comune riuscirà a condurre in porto l’ampliamento del tribunale, facilitando il ricongiungimento con i giudici di pace, non potrà che fare il bene della giustizia reatina.