Avvocati, le cancellazioni dall'albo hanno superato nel 2022 le iscrizioni, attesa per la riforma Cartabia

20/11/2022
Giuramento di neo avvocati in tribunale
Giuramento di neo avvocati in tribunale
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L’ultima assemblea del quadriennio del Consiglio dell’ordine degli avvocati, prima del rinnovo delle cariche previsto a gennaio, ha fatto registrare l’approvazione all’unanimità del bilancio da parte dell’assemblea, certamente la più partecipata degli ultimi anni, anche per la necessità di ottenere crediti da parte degli iscritti. Un anno, il 2022, durante il quale gli effetti negativi della pandemia sulla professione hanno continuato a farsi sentire, tanto che sono aumentate le cancellazioni dall’albo (diciassette) a fronte di sette nuove iscrizioni, specchio della difficile situazione che sta attraversando il mondo dell’avvocatura. Alle cancellazioni ufficiali, motivate da varie ragioni, va poi aggiunta la situazione di avvocati che, pur rimanendo nell’albo, hanno scelto di impegnarsi in altre attività che non sono incompatibili con la professione, come l’insegnamento a scuola. Resta comunque alto, in rapporto agli abitanti della provincia, il numero degli iscritti che sono 424, ai quali vanno aggiunti anche 160 procuratori.

La crisi

“Soffriamo come tutti dal punto di vista economico – chiarisce il presidente del Consiglio dell’ordine uscente Attilio Ferri, pronto a ricandidarsi a gennaio - e paghiamo lo scotto di un calo produttivo da parte delle imprese, che poi si riflette anche sui cittadini, ma registro una crescita culturale effervescente delle nostre associazioni, molto attive nell’assumere iniziative nel campo della formazione professionale perché è importante non farci cogliere impreparati e a non farci coinvolgere da congiunture negative. C’è, e non può essere disconosciuto – aggiunge l’avvocato – una diminuzione del lavoro in campo civile, provocato oltre che dalla crisi economica, che spinge i cittadini a ripensarci prima di promuovere una causa, anche dalla lunga chiusura causata dalla pandemia. A pagarne lo scotto sono soprattutto i giovani colleghi, quelli che hanno iniziato nel 2019 e hanno accumulato meno contenzioso da gestire alla ripresa dell’attività. Cerchiamo però di non piangerci addosso e di non arretrare, gli avvocati restano un faro per la società. Attendiamo ora di verificare quale impatto avrà la riforma Cartabia sulla giustizia penale e civile e le risposte che potrà darci in termini di lavoro”.

Caso Università

Il Consiglio dell’ordine ha dovuto fare i conti con un bilancio economico “risicato, risultato delle minori entrate, che non permette molti progetti da riversare nell’attività dell’Ordine” sottolinea il presidente Ferri, e per cercare di introitare qualche risorsa, il direttivo ha incaricato un notaio di vendere i beni lasciati in eredità, cinquantuno anni fa, dall’avvocato Mazzilli proprio al Consiglio dell’ordine: “Il ricavato costituirà un fondo a parte, destinato a finanziare iniziative collegate alle attività del foro” conclude Ferri, impegnato anche a risolvere in nodo Sabina Universitas. Gli avvocati chiedono, dal 2015, di uscire dal Consorzio perché non sono mai stati istituiti i corsi giuridici che avevano giustificato il loro ingresso tra i soci nel 2001, e hanno promosso una causa davanti al tribunale delle Imprese di Roma perché il consiglio di amministrazione della Sabina Universitas non intende prendere atto della rinuncia e deliberare il disimpegno. Scontro iniziato molto prima che arrivasse alla presidenza di Antonio D’Onofrio, con il quale è stato avviato da mesi il confronto per individuare una via di uscita: “Stiamo lavorando per trovare una soluzione prima di maggio – spiega Ferri - quando dovremo tornare davanti al giudice che ci ha invitato, dopo l’ultima udienza, a raggiungere un accordo. Da parte nostra e da parte dell’ingegner D’Onofrio c’è il massimo impegno per evitare che il tribunale accolga le ragioni di una delle due parti".