Tornano ad affacciarsi i timori sul futuro dell’ufficio del Giudice di pace di Poggio Mirteto, l’unico presidio giudiziario della Sabina, con competenza anche su alcuni comuni dell’area romana, dove i nuovi magistrati onorari, terminato il tirocinio iniziato nel 2024, avrebbero dovuto prendere servizio alla ripresa dell’anno giudiziario ma sono invece tornati a esercitare la loro attività nei fori di appartenenza. Si tratta di tre avvocati abilitati alle difese in Cassazione - Carlo Borromeo, 62 anni, triestino trasferitosi a Roma, David Perria, 45 anni, di Mentana, e Marta Polselli, 43 anni, di Cassino - accolti oltre un anno fa Rieti l’ex presidente di sezione Carlo Sabatini, due dei quali destinati a potenziare la sede mirtense e il terzo quella di Rieti, alla cui nomina da parte del ministero si era arrivati tre anni dopo il pensionamento del giudice di pace Antonio Di Silvestro e dopo un pressing attuato su Roma soprattutto dall’ex presidente del tribunale Pierfrancesco de Angelis, deciso a scongiurare la paralisi (o peggio) dell’ufficio. Non si conoscono le motivazioni ufficiali di questa svolta inattesa, che potrebbe essere legata agli effetti della nuova legge sui giudici di pace che ridisegna competenze in materia civile e penale, e spettanze economiche per l’incarico ricoperto, ma è certo che il mancato ingresso in servizio dei tre magistrati onorari sta complicando in modo del tutto inatteso la situazione a Rieti e a Poggio Mirteto.
Il rapporto
A certificare la situazione di grande difficoltà in cui versano le due sedi è il documento organizzativo triennale sulle tabelle organizzative dell’ufficio trasmesso dal presidente facente funzioni Costantino De Robbio alla Corte di Appello, il quale mette in evidenza come i presìdi stiano attualmente funzionando grazie a due soli magistrati onorari (il coordinatore Nicola Perrone e la collega Silvia Gorietti) nonostante in organico ne siano previsti sei, condizione “che giustifica l'assegnazione ad entrambi i giudici di tutti gli affari dell'ufficio con criterio obiettivo e predeterminato”. Il presidente denuncia poi “un'elevata scopertura e grave carenza del personale amministrativo” non risultando sufficiente “l’arrivo, nel 2022, di un cancelliere, perchè rimane scoperto il posto da funzionario, e sono presenti un assistente, un operatore, un ausiliario. La mancanza di figure apicali comporta difficoltà in tutti i settori. La situazione richiede la presenza di almeno altri due giudici di pace sui sei previsti in pianta organica, per eliminare l'arretrato che, sia pur in termini non molto elevati, persiste sia nel settore civile che in quello penale”. Secondo il dottor De Robbio, “serve sicuramente un altro assistente e sicuramente un funzionario, il cui posto risulta vacante dal 2019. La presenza darebbe continuità nei servizi specie di natura amministrativa e contabile non potendo l'unico cancelliere presente far fronte a tutti gli adempimenti necessari facenti capo a funzioni apicali, sia nel settore civile, che in quello penale”.
Le reazioni
Le conseguenze di tutto questo sono sotto gli occhi di avvocati e cittadini: decreti ingiuntivi, soprattutto in tema di risarcimenti, che attendono dallo scorso anno di essere emessi, cause rinviate e sentenze che slittano, situazione che sta generando ritardi su vari fronti. Non stanno a guardare neppure i comuni della Sabina che, Poggio Mirteto in testa, sostengono le spese per il mantenimento dell’ufficio del Giudice di pace. L’allungamento dei tempi di giustizia e l’incertezza della situazione sta creando un diffuso malcontento tra gli amministratori e nel corso di alcuni scambi incontri sarebbe emersa da parte di quale ente, anche l’ipotesi di non contribuire più ai costi.